Le Aziende appartenenti a questa associazione sentono la impellente necessità di segnalare 3 gravi disfunzioni che mettono a serio rischio la prosecuzione dell’attività ippica:
1 - esattamente come per gli anni trascorsi, gli ippodromi si vedono costretti a non accettare i partenti a causa della mancanza di regolari contratti relativi al 2020. Il settore non può permettersi, e sarebbe veramente paradossale dopo la riapertura post Covid-19, di perdere risorse che, in caso di stop, andrebbero definitivamente perse.
2 - si prende atto del mancato procedere, nonostante recenti rassicurazioni, di provvedimenti amministrativi a favore degli allevatori riguardo a spettanze previste dai regolamenti e dagli schemi di destinazione del montepremi, relative agli anni 2018 e 2019. Risorse sulle quali gli allevatori hanno fatto affidamento inserendole nei bilanci delle proprie aziende. Gli allevatori non possono permettersi di perdere queste risorse già chiaramente a loro destinate.
3 - ogni giorno leggiamo dichiarazioni di personalità completamente estranee al settore ippico che dichiarano di essere disponibili a gestire l’ippica italiana. Il settore tutto, unito forse come non mai, non è disposto ad essere svenduto a terzi. Per anni non si è voluto restituire alle persone che vivono di ippica neppure una voce in capitolo, se non proprio la libertà di scegliere le sorti del proprio settore, è paradossale che adesso qualcuno si permetta anche solo di pensare di metterlo nelle mani di estranei senza un confronto con la filiera.
Questa associazione, affiancando la presa di posizione di molte altre rappresentanze, conta nella serietà e nell’esperienza dei responsabili del settore, sia politici che amministrativi, affinché si affrontino tempestivamente questi 3 temi e non si abbassi la guardia rispetto ai seri rischi di perdita di occupazione e dei valori storici e sportivi del settore.
Enrico Tuci
Imprenditori Ippici Italiani
lunedì 7 settembre 2020