Si tratta di una delle innumerevoli mancanze dell'attuale sistema, una lacuna che penalizza gli Allevatori che, più degli altri, hanno prodotto qualità.
I migliori Cavalli italiani corrono all'estero e, salvo piazzamenti in corse di altissimo livello, gli Allevatori non percepiscono assolutamente niente. Contemporaneamente cavalli meno importanti corrono in Italia e gli Allevatori, giustamente, percepiscono il premio del 18,18%.
Si tratta quindi di rimodulare la distribuzione di quanto spetta agli Allevatori distribuendo le risorse disponibili, ovviamente senza intaccare il montepremi, in maniera equa e meritocratica. Si tratta solo di trovare il giusto equilibrio nell'ambito di ciò che spetta agli Allevatori.
Da tempo denunciamo questa ingiustizia e così abbiamo accolto molto positivamente la proposta fatta recentemente su Gaet dall'amico Marco D'Angelo, proposta, apprezzabile pienamente nello spirito e condivisibile quasi totalmente nelle modalità, che va oltre e propone un meccanismo che faccia leva sul sistema ed induca gli Allevatori ad investire ancora.
In effetti il dibattito ed il confronto su questo tema all'interno della nostra associazione, che ricordiamo riunisce le più importanti Aziende dell'allevamento italiano, ci aveva portati a produrre, sia per l'anno 2013 che per la stagione 2014, delle richieste formali che sostanzialmente ricalcavano lo spirito della proposta di Marco seppur in maniera molto più morbida.
Proposte ignorate dal Mipaaf seppur non richiedessero risorse aggiuntive.
Si tenga anche conto che:
-i Cavalli italiani che corrono all'estero sono circa 700 e vincono poco meno di 8 milioni di Euro mentre gli Allevatori percepiscono solo 220.ooo euro di premi allevatori.
-il problema oggi riguarda praticamente tutti gli Allevatori mentre pochi anni fa riguardava solo una piccola parte di questi, seppur quella più qualitativa.
-i premi allevatori ormai rappresentano praticamente l'unica voce di entrata per gli Allevatori poiché il mercato ormai si è praticamente annientato per ragioni che non stiamo qui a ricordare.
Rimodulare la distribuzione del premio allevatori oggi è una priorità e lo spirito della proposta di Marco ci piaceva perché faceva leva sul premiare maggiormente coloro che ancora allevano ed investono nel settore inducendoli a continuare grazie ad un obiettivo incentivante facilmente raggiungibile e quantificabile mentre penalizzava coloro che hanno allevato ed investito negli anni passati, molti dei quali, purtroppo, hanno cessato o ridotto fortemente l'attività.
Ma soprattutto permetteva di risolvere la questione del premio allevatori per le corse effettuate all'estero.
Le uniche note di riflessione che possiamo portare alla proposta di Marco sono che penalizzava forse eccessivamente gli anziani, si potrebbe infatti ridurre il premio allevatori a partire dai 7 anni oppure solo agli anziani di categorie inferiori.
Inoltre portare così tante risorse ai 2 anni, anche se si tratta solo del premio allevatori, potrebbe anche portare ad un eccessivo logorio dei giovani e penalizzare la loro carriera.
Ci fa piacere notare che, come noi, Marco non ha minimamente contemplato, nella sua proposta, di attingere al montepremi destinato ai Proprietari, già oltremodo risicato, mentre altri continuano a chiedere fondi aggiuntivi senza dimostrare la minima sensibilità al rispetto del ruolo del Proprietario che, assieme allo Scommettitore, rappresenta il capitale sociale del settore.
Purtroppo per gli Allevatori anche il 2015 passerà nel grigiore assoluto, senza la possibilità di risolvere questo problema e di attivare un qualcosa che possa tutelare e rilanciare l'Allevamento.
Per fare questo serve competenza e coraggio e questi valori non possiamo ragionevolmente trovarli in un ministero.
L'ultima circolare di programmazione, infatti, ha tutta l'aria di essere il solito compitino svolto con sufficienza e con tanta paura di commettere errori formali che possano portare grane.
Purtroppo dal Mipaaf non possiamo aspettarci nessuna iniziativa se non una azione di controllo formale.
Ormai dovremo aspettare l'istituzione, ormai prossima, di Lega Ippica Italiana per poter finalmente contare su un organismo che possa essere reattivo ed efficiente a cui proporre situazioni di questo tipo e da cui aspettarsi quella competenza e quel coraggio necessari per un auspicabile rilancio.
Nel frattempo è grigiore assoluto e sopravvivenza incerta.
Enrico Tuci
Imprenditori Ippici Italiani