Il mondo ippico è, per l'ennesima volta, indignato ed impotente a seguito del passaggio di sabato sera su Canale 5 di un servizio assai discutibile e pieno di accuse infamanti che hanno preso di mira il numero uno dei driver italiani: non entriamo nello specifico, ma, per come è stato realizzato il tutto, ci viene difficile capire se lo stesso sia, nella circostanza, vittima o carnefice. Detto ciò, constatiamo che, ancora una volta l'immagine del settore e dei propri componenti non viene tutelata dalle autorità preposte e la sensazione è sempre quella di essere stati lasciati soli e che manca ogni tipo di attività necessaria a fare chiarezza e giustizia prima che qualsiasi tipo di messaggio negativo possa raggiungere l'opinione pubblica.
Questo vale sia per l'immagine complessiva del settore che per quella individuale di ogni suo attore.
L'indignazione, infatti, deriva non solo da come viene gettato nel fango un intero settore, ma dalla mancata presa di posizione e di tutela da parte delle autorità ippiche riguardo la situazione di uno dei suoi maggiori protagonisti, oggetto del servizio, nei confronti del quale la Giustizia ordinaria ha percorso il proprio iter, con conseguente richiesta di rinvio a giudizio, mentre nessuno, di Unire/Assi prima e del MIPAAF poi, si è mai preoccupato di intevenire in alcun modo.
Questa vicenda, a nostro avviso, è figlia della devastazione del nostro settore perpetrata dalla gestione pubblica che riguarda anche tutte le altre attività, dalla Programmazione delle Corse senza alcun filo conduttore, all’assenza di Formazione, dalla supina accettazione del lavoro nero alla devastante “opera” di AAMS, per non parlare della drammatica situazione dei pagamenti a cui si aggiunge una compromettente figuraccia internazionale.
Abbiamo chiesto al Prof. Esposito, da poche settimane responsabile del Dipartimento del Mipaaf che ha competenza sull'ippica, un intervento immediato a salvaguardia del settore e dello stesso Sig. Enrico Bellei. Intervento quantomai necessario anche a garanzia dell'onorabilità e della regolarità del prodotto Corsa, che, è bene ricordarlo, viene venduto al pubblico sotto l'egida dello Stato.
E' ora di cambiare! Ed è evidente la necessità di applicare, subito, una forte disciplina etica come espresso nel progetto di riforma da noi sostenuto che richiede l'istituzione di Lega Ippica Italiana e nel relativo pacchetto Regolarità delle Corse, dove altamente diversa è la concezione della Disciplina e della Giustizia.
Rimarchiamo la nostra convinzione che solo un sistema privatistico potrà rovesciare la inammissibile situazione attuale e che la regolarità rappresenta il miglior biglietto da visita nei confronti di Pubblico e Scommettitori e la garanzia che non vi siano truffe a danno degli Scommettitori e dell’Erario.
Enrico Tuci
giovedì, 28 novembre 2013